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Il movimento surrealista fu fondato in Francia da André Breton nel 1924, data della pubblicazione del primo Manifeste du surréalisme. Un movimento surrealista italiano non è mai esistito, ma è indubbio che la poetica del surrealismo costituì un termine di confronto essenziale per diverse scrittrici / diversi scrittori e artiste/i italiane/i. I nomi che normalmente, e giustamente, ricorrono in tale contesto sono quelli, ormai canonici, di Savinio, Landolfi, Bontempelli e Palazzeschi. Al centro del nostro percorso vi saranno invece tre figure "irregolari" rispetto al canone appena evocato, ovvero: Antonio Delfini, Giordano Falzoni e Gianni Celati.
Delfini nei suoi racconti perseguì esplicitamente la pratica della scrittura automatica teorizzata dai surrealisti. Falzoni, amico e traduttore di Breton, artista eclettico (pittore, scultore, drammaturgo, scrittore), era stato membro del movimento surrealista e fu poi uno dei protagonisti (meno noti) della neoavaguardia italiana degli anni sessanta. L'opera di Celati, infine, scrittore contemporaneo ma i cui esordi si collocano a cavallo tra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta, è caratterizzata da un implicito recupero delle correnti marginalizzate dal dogmatico irrigidirsi del movimento surrealista, Artaud in primis. 
Seguendo questa falsariga, affronteremo vari testi dei detti scrittori per capire quali siano stati gli sviluppi del surrealismo in Italia.

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Mündliche Prüfung

- Lino Gabellone, L'oggetto surrealista. Il testo, la città, l'oggetto in Breton, Torino, Einaudi, 1977.

- Luigi Fontanella, Il surrealismo italiano, Roma, Bulzoni, 1983.

- Paola Decina Lombardi, Surrealismo (1919-1969), Roma, Editori Riuniti, 2002.

- Antonio Delfini, Autore ignoto presenta. Racconti scelti e introdotti da Gianni Celati, Torino, Einaudi, 2008.

- Giordano Falzoni, Opere. Letteratura, teatro, cinema, arte, società, a cura di Teresa Nocita, Ravenna, Longo, 2019.

Ulteriori riferimenti bibliografici verranno forniti a lezione.